UN PO’ DI STORIA
Il 19 febbraio 1954 a Mosca, si è deciso di far annettere la regione di Crimea alla Repubblica Socialista Sovietica d’Ucraina per migliorare l’economia della penisola distrutta dalla guerra.
Non si trattava di un dono della "nazione fraterna russa" ma, visti i stretti legami economici e culturali preesistenti e la vicinanza territoriale con l’Ucraina, di una esigenza economica, come indicato nel verbale della riunione del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 19 febbraio 1954.
I relativi decreti sono stati firmati dal presidente del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS Voroscilov. Il 2 giugno 1954 durante la sessione del Soviet Supremo, i delegati hanno votato all'unanimità. Il trasferimento della Crimea all’Ucraina dal punto di vista giuridico è stato impeccabile.
Dall’epoca in poi, gli ucraini hanno trasformato la Crimea nel “centro di benessere”, pubblicizzato da molti film dell’epoca e quelli recenti.
Prima del 2014 la Crimea, famosissima per il suo clima e il mare, ospitava annualmente 5-6 milioni di turisti.
COSA E’ SUCCESSO DOPO?
Febbraio 2014
L’invasione della Crimea ucraina da parte della Russia
Il 20 febbraio del 2014, in Crimea comparvero i primi militari non identificabili, denominati successivamente "omini verdi".
A Mosca, si diceva che si trattava del “movimento di autodifesa di Crimea”, che aveva “tolto le armi all’Esercito ucraino” ed aveva “acquistato le uniforme nei negozi di articoli militari”. La propaganda russa iniziò attivamente a parlare della “necessità di proteggere i russofoni in Ucraina”, trovatisi secondo il Cremlino “sotto attacco”.
Nascondere la verità è stato difficile: l'occupazione della Crimea è stata effettuata da truppe russe.
Il 21 Marzo 2014 il Ministero della Difesa russo ha coniato ed il 24 marzo ha assegnato le prime medaglie "Per il ritorno della Crimea". Le date di inizio e fine dell’operazione militare indicate sulla medaglia sono il 20 febbraio e il 18 marzo 2014.
Solo nel 2015 nel documentario “Crimea. Il ritorno a casa", Vladimir Putin dichiara con orgoglio che aveva ordinato al Ministero della Difesa russo la spedizione delle forze armate speciali in Crimea per bloccare e disarmare i militari ucraini.
Nel mese di giugno del 2016 a Simferopol, le autorità di occupazione hanno innalzato un monumento ai militari russi che occuparono la Crimea.
CRONACA DELLE AZZIONI SLEALI DELLA RUSSIA IN CRIMEA
Prima metà del 2014
- 20 febbraio - data di inizio dell’operazione militare in Crimea.
- la notte del 26 febbraio, i cosiddetti "omini verdi" hanno occupato gli edifici del parlamento e del governo della Repubblica Autonoma di Crimea e su questi hanno apposto la bandiera della Federazione Russa.
- la mattina del 27 febbraio tutti i media del mondo mostravano le immagini dei deputati del Parlamento di Crimea che, sotto minaccia armata, venivano convocati ad una riunione straordinaria per eleggere come nuovo «primo ministro» Sergei Aksenov, di fama criminale, e per indire il «referendum» sull'adesione della Crimea alla Russia.
- l’1 marzo, l’auto-proclamato "capo del Consiglio dei ministri di Crimea" Aksenov ha chiesto aiuto a Putin per «garantire pace e tranquillità» sul territorio della penisola.
- l’1 marzo, Putin ha inviato alla Duma la proposta di introdurre truppe russe sul territorio ucraino.
- l’1 marzo, entrambe le camere della Duma hanno votato a favore dell’intervento delle truppe russe in Ucraina ed in Crimea in particolare.
- il 4 marzo, Putin dichiarò ai giornalisti che le truppe russe in Crimea avrebbero cercato di farsi scudo di donne e bambini ucraini per vedere se l’Esercito ucraino avesse osato attaccare i propri cittadini.
- Il 6 marzo, il parlamento di Crimea, condizionato dalla presenza militare russa e incorrendo in un evidente abuso di potere, indisse il referendum sull’indipendenza della Crimea con cui si violò il principio di integrità territoriale dell'Ucraina.
- Il 16 marzo, si è tenuto il cosiddetto "referendum", attraverso il quale il Cremlino ha cercato di legittimare l’occupazione del territorio della Crimea.
- Il 18 marzo, a Mosca, veniva firmato il Trattato per l’annessione della Repubblica di Crimea alla Russia.
- Il 20 marzo, il Trattato veniva ratificato dalla Duma (un solo deputato si è opposto) e il 21 marzo entrava in vigore.
- l’11 aprile, con le modifiche apportate alla costituzione russa, la Crimea e la città di Sebastopol sono state annesse alla Russia.
CRIMEA OGGI
Crimea oggi - base militare russa, rovina economica, area di terrore e di illegalità
Sotto l’occupazione russa oggi la Crimea svolge il solo ruolo di base militare. Nella penisola regna la brutalità della polizia, gli arresti con falso pretesto, le perquisizioni anche nei luoghi di culto. Le autorità di occupazione esercitano la coercizione alla cittadinanza della Federazione Russa, attuano una politica mirata alla modifica della composizione della popolazione, “estrusione” delle etnie ucraina e tatara, divieto di utilizzo delle loro lingue e persecuzione di chi le usa. Gli occupanti “nazionalizzano” ogni tipo di proprietà, sia statali che private, estraggono in modo piratesco dal sottosuolo le risorse minerarie, andando contro la legge nazionale ed internazionale, utilizzano illegalmente altre risorse dell’Ucraina.
Dalle autorità di occupazione russe in Crimea nei carceri sono detenuti quasi 100 prigionieri politici ucraini – per motivi religiosi, per aver parlato il tataro o l’ucraino, per non aver voluto ricevere il passaporto russo in cambio di quello ucraino che in Crimea non viene più riconosciuto, per aver tenuto a casa una bandiera ucraina; tramite il ricorso a torture e ad arresti immotivati senza un equo processo, le autorità d’occupazione russe vogliono creare in Crimea uno stato di paura e di obbedienza - nell’evidente tentativo di reprimere coloro che non riconoscono la Crimea come territorio russo.
Annettendo la Crimea, la Russia ha cinicamente ignorato il diritto internazionale
In particolare ha violato:
• Atto finale di Helsinki del 1975 sull'inviolabilità delle frontiere in Europa e sulle integrità territoriali degli Stati.
• Memorandum di Budapest del 1994, relativo alle garanzie di sicurezza dell’Ucraina, con il quale la Russia si era impegnata:
- a rispettare l'indipendenza, la sovranità e i confini dell'Ucraina internazionalmente riconosciuti;
- di non ricorrere alla minaccia e all'uso delle armi contro l’Ucraina.
• Trattato di amicizia, cooperazione e partenariato tra l'Ucraina e la Russia del 1997.
• Accordo tra l'Ucraina e la Federazione Russa sul confine ucraino-russo del 2003.
Come esempio di una netta violazione del diritto internazionale, l'occupazione illegale della Crimea e della città di Sebastopol non conosce precedenti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
MITI PROPAGANDISTICI RUSSI SULLA CRIMEA
Mito 1 L’ubriacone di Krusciov ha regalato illegalmente la Crimea e Sebastopol all’Ucraina.
Non è vero - la decisione dell’annessione della Crimea, distrutta dalla guerra, all’Ucraina fu presa nel 1954 non solo da Krusciov, che era il presidente del Consiglio dei Ministri dell’epoca, ma condivisa e promossa dai più potenti collaboratori di Stalin, morto nel 1953, al vertice del partito comunista sovietico. Il decreto sull’annessione della Crimea fu firmato da Voroscilov, Presidente del Presidium del Soviet Supremo. La Crimea è passata alla Repubblica Socialista Sovietica d’Ucraina con una votazione unanime e giuridicamente impeccabile.
Mito 2 L’annessione della Crimea all’Ucraina è stato un regalo in segno di amicizia da parte del “fratello maggiore russo”.
Non è vero - si trattava di un atto necessario per una urgente ripresa economica della Crimea distrutta dalla guerra. La penisola non aveva alcun collegamento terrestre con la Russia e poteva essere rifornita solo dall’Ucraina, in particolare di energia elettrica e di acqua. L’annessione della Crimea è avvenuta esclusivamente per motivi economici. Gli ucraini hanno trasformato la Crimea nel “centro di benessere”, pubblicizzato dai film del periodo e da quelli più recenti.
Mito 3 Il separatismo in Ucraina è stato provocato da un “colpo di stato” a Kiev.
Non è vero - l'operazione militare della Russia in Crimea è iniziata il 20 febbraio 2014, come indicato sulle medaglie del Ministero della Difesa russo "Per il ritorno della Crimea”. Yanukovich è rimasto presidente dell'Ucraina fino al 22 febbraio 2014, fino a quando non è scappato in Russia. L’occupazione da parte dei russi del territorio ucraino è iniziato durante la presidenza di Yanukovich, quindi non durante “un periodo di vuoto istituzionale”. Il Cremlino di proposito usa l’errata espressione “colpo di stato a Kiev” per descrivere quelle che erano state proteste pacifiche, all’inizio studentesche, e poi diffuse su tutto il territorio ucraino, contro un regime corrotto, antieuropeista e prorusso (eventi definiti poi in Ucraina “la Rivoluzione di Libertà e Dignità”).
La ragione ufficiale dell’occupazione della Crimea era la necessità di protezione degli interessi della popolazione russofona dai "nazionalisti”. Il Cremlino ha sempre iniziato così le sue guerre nel XX e XXI secolo (in particolare, in Ungheria nel 1956, in Cecoslovacchia nel 1966, in Moldova nel 1992, in Georgia nel 2008).
Mito 4 In Crimea non c’è nessun soldato russo. Sono gli abitanti del posto che difendono la Crimea. (Putin, 4 Marzo 2014 durante una conferenza stampa)
Non è vero - anche se il Cremlino per più di un anno non ha voluto ammettere ufficialmente la presenza di truppe russe in Crimea. A Mosca, si diceva che si trattava del “movimento di autodifesa della Crimea” che aveva sottratto le armi ai militari ucraini e che le uniformi utilizzate erano state acquistate nei negozi specializzati. Fino al 2015, anno dell’uscita del film “Crimea. Il ritorno a casa", in cui Putin dichiara con orgoglio che è stato lui stesso ad ordinare al Ministero della Difesa "per rafforzare e tutelare le nostre strutture militari in Crimea” la spedizione delle forze speciali e di truppe di sbarco con lo scopo di bloccare e disarmare i militari ucraini in Crima. Putin, quindi, ammette inconsapevolmente, che non si tratta di una "crisi ucraina", ma di un attacco armato alla Crimea e all’Est ucraino; ciò che molti dei suoi sostenitori in Occidente ancora negano.
Mito 5 L’annessione della Crimea alla Russia è avvenuta legalmente attraverso un referendum.
Non è vero - il cosiddetto "referendum" è stato una necessità del Cremlino per legittimare l'occupazione e per annettere la Crimea e la città di Sebastopol alla Russia. La decisione di indire un referendum è stata presa da Mosca in seguito all’inizio dell'azione militare russa in Crimea, in violazione della legislazione ucraina che non prevede referendum locali per modificare i confini nazionali. Il referendum si è svolto con la presenza massiccia di truppe russe mentre il parlamento della Crimea era circondato da forze speciali russe. Durante il pseudo-referendum erano operativi nella Crimea solo i canali radio e tv di propaganda russa. Il risultato del referendum è stato truccato (ad esempio, a Sebastopol sono stati dichiarati 474.137 votanti - mentre la popolazione della città non superava i 385.000 abitanti, compresi i minorenni). Le autorità russe hanno cercato di dare al loro referendum e alle loro azioni criminali una parvenza di legalità e di nascondere la verità alla comunità internazionale.
Mito 6 Nel 2014 i russi in Crimea erano sotto minaccia di genocidio. La Russia si è comportata in Crimea come l'Occidente nel Kosovo.
Non è vero - si tratta di una notizia falsa, diffusa dai canali televisivi di propaganda russa come “Russia Today” e "Primo canale". In realtà, le discriminazioni nei confronti dei residenti della Crimea hanno avuto inizio con l’arrivo dei militari russi, come è stato più volte affermato dalla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Dal 2014 per il governo russo è diventata prassi perseguire i tatari e le altre minoranze in Crimea con false accuse riguardanti la presunta attività terroristica o la violazione d’integrità territoriale della Russia.
Falso è anche affermare che ciò che la Russia ha fatto in Crimea sia uguale a quanto i paesi occidentali abbiano fatto nel Kosovo. In Kosovo era chiara la minaccia di genocidio; infatti, Milosevic aveva dimostrato la sua volontà di uccidere migliaia di persone. In Crimea, prima dell’occupazione russa, non si poteva parlare di alcuna minaccia nei confronti di etnie locali ed in particolare nei confronti dei russofoni. Il caso della Crimea e del Kosovo dunque differiscono radicalmente.
Mito 7 Le truppe russe si trovavano in Crimea legalmente.
Non è vero - la presenza di basi militari russe era legale e prevista dall'accordo stabilito a suo tempo tra Mosca e Kyiv finché questo fosse stato rispettato. Nel mese di febbraio e marzo del 2014 le truppe russe in Crimea hanno bloccato le istituzioni statali, i porti ucraini e le strutture militari. Si è trattato di una chiara violazione dell’accordo bilaterale e di una vera e propria occupazione della Crimea, seguita da atti di violenza vietati dalla Carta delle Nazioni Unite. La dichiarazione delle Nazioni Unite del 1974 stabilisce che un’aggressione si verifica anche quando le truppe straniere, dislocate sul territorio di uno Stato sovrano, con il consenso di quest’ultimo, agiscono contrariamente agli accordi sulla loro permanenza. Il Cremlino non solo ha violato l'accordo con l'Ucraina, ma con le sue azioni ha dato vita all’invasione militare ed al sequestro della penisola di Crimea; tutto ciò è un classico esempio di un attacco armato.
Mito 8 L'annessione della Crimea alla Russia nella primavera del 2014, è avvenuta senza spargimento di sangue.
Non è vero - per molte famiglie ucraine, purtroppo, non è stato così; con l’entrata dei militari russi in Crimea molti cittadini sono scomparsi o sono stati uccisi.
L’ANNESSIONE RUSSA DELLA CRIMEA NON VIENE CATEGORICAMENTE ACCETTATA DALLE PRINCIPALI ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI NE DALLA STRAGRANDE MAGIORANZA DEI PAESI DEL MONDO
La Risoluzione del 19 dicembre 2016 dell’ONU ha accusato pesantemente la Russia di violazioni dei diritti umani verso le minoranze etniche, in primo luogo verso i tatari ed ha definito la Russia per la prima volta come una potenza “temporaneamente occupante” il territorio ucraino.
La Risoluzione del Parlamento europeo del 5 ottobre 2017 ha condannato con fermezza le sentenze emesse dalle autorità di occupazione nei confronti dei leader della comunità tatara di Crimea e degli altri oppositori all’annessione russa
Anche il rapporto dell’Alto commissario per i diritti civili delle Nazioni Unite del settembre 2017 ha accusato la Russia di "gravi violazioni dei diritti umani, come arresti e detenzioni, scomparsa di persone, maltrattamenti, torture e di almeno una esecuzione arbitraria”. Il rapporto ha trovato prova che “agenti russi” hanno fatto ricorso alla tortura e ad arresti immotivati senza un equo processo per creare uno stato di paura e obbedienza, e che queste attività continuano “nell’evidente tentativo di reprimere l’opposizione”. Si nota inoltre, che l'assenza di indagini suggerisce che gli autori di tali violazioni “hanno beneficiato e continuano a beneficiare di impunità”. Tale impunità “incoraggia il perpetuarsi di queste azioni”.
Secondo l’ONU, Mosca sta usando in Crimea le stesse leggi che in Russia sono state adottate per combattere il terrorismo; ma nella penisola esse sono utilizzate per reprimere le minoranze e i dissidenti.
L’ONU ancora: "L'imposizione della cittadinanza agli abitanti del territorio occupato può essere equiparata alla costrizione di giurare fedeltà allo stato nemico, fatto vietato dalla Quarta Convenzione di Ginevra".
Gli esperti affermano, inoltre, che dal 2014 nella penisola si sono considerevolmente ridotte le "opportunità di espressione pubblica della cultura e dell'identità sia ucraine che tatare".
UCRAINA E L’OCCUPAZIONDE DELLA CRIMEA OGGI
Sul richiamo alla giustizia internazionale della Federazione Russa:
L’Ucraina si serve di strumenti di legge internazionali, sanzioni economiche, tribunali internazionali e arbitraggi, varie piattaforme internazionali e meccanismi di monitoraggio - come ONU, UNESCO ed altri.
Il Tribunale internazionale dell’ONU ha già ordinato alla Russia di fermare le violazioni dei diritti umani e la politica di discriminazione razziale dopo aver accertato tali azioni in Crimea.
Sulle modalità politico-diplomatiche mirate al ritorno della Crimea all’Ucraina:
Nel contrasto con il nemico, il quale sta trasformando la fiorente terra crimeana in una gigantesca base militare, l’Ucraina rimarrà sulle posizioni alle quali si attiene tutto il mondo democratico e assicurerà il mantenimento della pace, libertà e democrazia.
Sul sostegno internazionale dell’Ucraina:
L’Ucraina apprezza molto il continuo, chiaro e coerente sostegno della comunità internazionale alla sovranità, indipendenza ed integrità territoriale dell’Ucraina, così come apprezza l’attenzione particolare mostrata per il destino dei tatari di Crimea e di tutti i patrioti ucraini che vivono nella penisola.