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Intervista del Console Generale di Ucraina a Il Manifesto
Pubblicato 22 marzo 2019 15:31

 

Di seguito si riporta una parte dell’articolo con le parole del Console Generale di Ucraina a Napoli dott. Viktor Hamotskyi durante l’intervista tenutasi sulla tematica della guerra russo-ucraina e della Crimea occupata dai militari di carriera russi.

Fonte: Il Mattino, 16 marzo 2019, Ucraina. Il conflitto senza fine.

VISTA DALL’ITALIA

 … secondo i residenti ucraini in Italia non si parla molto della guerra nella loro patria, il console prova a dare una sua spiegazione: «Forse si pensa che quello che avviene a più di 2.000 km di distanza non riguarda gli italiani. Invece sì. La guerra nel Donbass è al centro dell’Europa, perché geograficamente l’Europa ad est finisce con gli Urali. Invece per Putin le frontiere non esistono».

Per Hamotskyi la politica di Putin non è solamente rivolta a distruggere lo stato ucraino, con l’annessione della Crimea e la guerra nel Donbass, ma è anche rivolta a destabilizzare l’Europa: «Sono le fake news che fa circolare, la capacità di manipolare le menti, a disorientare i cittadini europei al fine di creare nuove insicurezze. Creando scompiglio in Occidente può rivolgersi ai suoi cittadini e dire: "È questo quello che volete? È la democrazia che bramate? Guardate dove vi porta!". Putin sta al potere da circa 17 anni, i russi si aspettavano determinate riforme che non sono mai state fatte; escludendo San Pietroburgo e Mosca nel resto della federazione si cerca solo di sopravvivere. Putin teme le rivolte interne, così ha due opzioni: fare le riforme o destabilizzare in vari modi i territori intorno alla Russia, come l’Ucraina, per dire ai suoi, volete la stabilità o fare la fine del nostro vicino? Causando un disordine intenzionale, Putin cerca di scoraggiare i russi e così farli rimanere in silenzio senza protestare».

DISINFORMAZIONE

«Gibridna viyna», ovvero guerra ibrida, una guerra sul campo e sui media, significa avere una guerra calda in un posto e generare disinformazione sia nella popolazione coinvolta che nell'opinione pubblica mondiale. Quindi la disinformazione e la propaganda, soprattutto attraverso le fake news, devono destabilizzare intere regioni o continenti.

Per fronteggiare le fake news Hamotskyi dice la sua: «Più la gente legge, più s’interessa e più è coinvolta nella fase politica. Però è anche vero che oggi è più difficile trovare la verità, perché ti cadono addosso tante notizie. Leggendo un articolo bisogna andare a trovare altre fonti, non farsi accattivare solo dalla prima notizia che appare sullo schermo e ad arrivare a conclusioni affrettate. Questa è la guerra per le menti. In rete appare una notizia e poi scompare, non rimane fissa come può essere la stampa cartacea dove la notizia rimane scritta con l’inchiostro. La protezione delle menti, del ragionamento dei cittadini è un altro baluardo della democrazia che bisogna proteggere e coltivare».

SANZIONI EUROPEE

Uno dei punti positivi della questione sono le sanzioni europee: «Siamo grati alla UE per quello che sta facendo sul piano politico attraverso le sanzioni economiche a vari livelli, cercando di parlare con Putin, senza queste interferenze positive Mosca non avrebbe mai partecipato agli accordi di Minsk del 2015». Il console Hamotskyi si getta a capofitto su un campo minato caro a diversi politici italiani che vedono nelle sanzioni europee un ostacolo all'export italiano verso la Russia: «C’è da fare una precisazione: l’Italia è al 16° posto dei 28 membri europei per le conseguenze delle sanzioni. Non c'è alcun prodotto che l’Italia esportava che è incluso nella lista di Bruxelles, purtroppo il contraccolpo economico è dovuto alle contro-sanzioni adottate dal Cremlino».

700 CARRI ARMATI

«… c'è una vera e propria guerra, non è un conflitto interno come a volte scrivono i giornali. I russi sono entrati nel territorio del Donbass, c'è stata un'aggressione a tutti gli effetti. Ci sono dispiegati circa 700 carri armati, se si pensa che l’esercito tedesco, il secondo della Nato, ne possiede molti di meno di quanti il Cremlino ne ha portati in Ucraina. Da noi Putin ha implementato una vera guerra mentre in Occidente ha implementato le interferenze nei media, lui è un personaggio distruttivo», tiene a precisare il console Hamotskyi. «I russi vogliono che sia presentata come una guerra tra filorussi e ’nazisti’ ucraini, ma non dicono che a soli 15 km dalla frontiera con l’Ucraina ci sono nel territorio russo circa 85.000 militari russi. Questa non è una guerra civile, è una vera e propria invasione, e l'UE ha usato gli stessi termini nei documenti ufficiali per denunciare l'aggressione russa».

«Molti ucraini del Donbass hanno lasciato le case, le macchine e parte della famiglia per trasferirsi nell’Ucraina centrale. I russi nel Donbass hanno promesso tanto ma realizzato poco. In questi territori la legge non esiste, l’unica che viene applicata è quella contro i terroristi. Se metto una bandiera ucraina, sono un terrorista, con tutte le conseguenze che ne derivano. Se l’8 marzo esco in strada con una foto del poeta ucraino Shevchenko vengo immediatamente arrestato. Se 2 milioni di persone hanno lasciato tutto è perché sapevano a priori che i russi non avrebbero portato nulla di nuovo…», commenta il console Hamotskyi.

POLITICA MILITARE

La sua analisi e descrizione della guerra continua e non ha paura ad usare parole forti: «I russi usano la gente comune come scudi umani, è una politica militare spietata. Posizionano i lanciarazzi mobili nei quartieri residenziali, sparano in territorio ucraino verso le truppe regolari e le nostre città e la gente comune. Non è la prima volta che il Cremlino usa questa politica. I gulag erano pieni di dissidenti politici e di etnie scomode, in Crimea negli anni ’30 Stalin deportò molti tatari in Siberia, anche di origine italiana. Oggi la Crimea dopo l'annessione da parte del Cremlino è diventata una base militare mentre prima del 2014 era meta di turismo, circa 6 mln di turisti all’anno.

Noi contiamo sui mezzi diplomatici, sul senso comune e sulla responsabilità politica del Cremlino e su quella internazionale per fargli pressioni. Putin usa dei mezzi aggressivi come si faceva nel Medioevo, ha occupato il 7% del nostro territorio che equivale alla Sicilia e alla Calabria messe insieme. Possiamo difenderci, anche grazie al miglioramento del nostro esercito che è stato creato ex novo negli ultimi 4 anni, siamo riusciti a fermare i russi, ma per il resto preferiamo i mezzi politici, le stesse sanzioni devono continuare ad essere in vigore per convincere Putin ad una ritirata». Oltre la diplomazia Hamotskyi intravede anche un'altra soluzione: «La Nato deve cercare di aumentare i presidi e le esercitazioni militari al confine, come nei paesi baltici. Ci serve il sostegno politico ma anche militare, soprattutto nel Mar Nero dopo gli ultimi accadimenti nello stretto di Azov.

 

CRIMEA

Afferma il console ucraino a Napoli riguardo l'annessione della Crimea alla Russia: «Putin è stato molto scaltro perché quando tutti gli occhi del mondo erano puntati sulla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Sochi i suoi uomini verdi in incognito entravano in Crimea».

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